Gioiese matematicamente salva, l’emozione di Alessandro Avella

La permanenza nel campionato di Promozione della Gioiese emoziona e non poco Alessandro Avella. In una Gioia Tauro senza stadio, senza un sindaco, senza una identità e afflitta da mille problemi irrisolti con le Istituzioni che sembrano ormai averla abbandonata, il giovane presidente della Gioiese – con grande determinazione e volontà e dimostrando profondo amore verso la maglia e rispetto verso la tifoseria – non ha abbandonato la navicella viola, anzi ha continuato un percorso iniziato ormai qualche anno addietro ed oggi può brindare a qualcosa di eccezionale e straordinario e cioè alla salvezza diretta della Gioiese, evitando anche la lotteria pericolosa dei play-out.  Applausi anche ai quattro moschettieri dello spogliatoio: Mimmo Mammoliti, Pasquale Luppino, Alfonso Barilà e Franco Giofrè. Un ruolo fondamentale lo ha rivestito proprio il tecnico Mammoliti, abile stratega in panchina. Mammoliti non è stato un semplice allenatore, ma è andato oltre, gestendo di fatto in modo manageriale (e quindi andando al di là del normale compito di allenatore e dimostrando grande attaccamento ai colori sociali) una squadra giovane che ha onorato la maglia viola. Le motivazioni della Gioiese ieri a Brancaleone erano di gran lunga superiori a quelle della formazione di casa. Carmelo La Scala e compagni hanno conquistato un successo prezioso ed, in virtù anche della contemporanea e travolgente affermazione del Bocale ai danni del Maida, sono riusciti a centrare una salvezza incredibile. Merito dunque a questi ragazzi, che pur a fronte di sacrifici personali e con minimi rimborsi spese, hanno portato in alto il nome di Gioia Tauro, riuscendo a dare un futuro alla Gioiese. Un futuro che Avella sta  iniziando a scrivere, senza proclami ma con la sua solita costante energia e professionalità. Adesso, però, la palla passa anche a tutta la Città. Una Città che deve svegliarsi dal torpore e dare un sostegno a questa società, che potrebbe pian pianino riportare la Gioiese in un campionato più importante. Non sarà semplice, ma sperare è lecito e doveroso. Ed il segnale che hanno mandato Mammoliti, tutta la squadra e gli straordinari irriducibili ultras viola che hanno sostenuto la Gioiese dalla prima all’ultima giornata va in questa direzione. Entusiasta il dirigente Antonio Romano (riportiamo all’uopo quanto scritto dallo stesso Romano sulla propria pagina Facebook): «Spesso diversi giocatori, soprattutto in serie A, baciano la maglia che indossano, subito dopo aver fatto un gol. Lo fanno così, senza pensare realmente al significato di un gesto del genere, lo fanno e lo rifanno con maglie diverse anno dopo anno. Ma sono pochi coloro i quali davvero sentono il peso ed il valore della casacca che indossano. Fossi stato un calciatore non avrei mai potuto baciare altre maglie all’infuori di quella che mi rappresenta. Quella della mia Gioiese!! Siamo giunti al termine di un’altra estenuante stagione. Difficile, forse la più difficile dei miei tre anni da “dirigente”. È stata una salvezza raggiunta con grande fatica, in condizioni ambientali a dir poco ostiche (vedi l’assenza di una struttura nella quale poter giocare ed allenarsi), con un gruppo giovane e quindi poco esperto. Ma il cuore, la voglia e la passione messa in campo da un gruppo straordinario hanno fatto si che il capolavoro sportivo si ripetesse e stavolta senza passare dai play-out. E tutto ciò è stato possibile grazie al lavoro compiuto da uno staff meraviglioso e da uomini veri come Mimmo Mammoliti, Pasquale Luppino, Alfonso Barila, Francesco Giofrè, Francesco Arena e Gianluca Runco.

Antonio Romano

 A loro dico grazie, così come dico sinceramente grazie a tutti i ragazzi che hanno indossato la maglia viola con orgoglio, entrando a far parte della storia della Gioiese nell’anno del centenario. Grazie di cuore fratellini, sono fiero ed orgoglioso di voi. Allo stesso tempo devo rendere omaggio a chi ha diretto questa squadra con grande impegno e dedizione, il factotum Vincenzo Colazza ed il presidente Alessandro Avella, talento coraggioso, dalle idee innovative, che meriterebbe molto di più. Ho potuto notare, dal di dentro, gli enormi sacrifici economici e non solo, sostenuti durante questi anni e perciò non posso che dire GRAZIE di cuore e sperare che questo possa essere l’inizio di un cammino radioso che possa riportare la Gioiese dove merita di stare per blasone e storia. Infine un bravo, consentitemelo, lo dico anche a me stesso, perché ci ho creduto fino alla fine, perché ho lottato per la mia grande passione, perché amo sognare ad occhi aperti e immaginare bandiere che fanno breccia nell’aria e colorano il cielo di viola. Non so se nella prossima stagione riuscirò ad dare ancora il mio contributo, perché gli ultimi sono stati anni intensi e parecchio stressanti, ma di sicuro so che il calcio viola non morirà mai a prescindere dalla categoria e dai vari presidenti o allenatori che si succederanno, e di sicuro il mio supporto non mancherà mai. FORZA GIOIESE».

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