Alessandro Avella nuovo presidente della Gioiese

Il grande sacrificio economico del manager, salva la Gioiese da un clamoroso forfait. Determinante il supporto di Mammoliti e Colazza

Nell’anno del centenario del calcio viola, la Gioiese Football Club si presenta con un nuovo presidente. Quello che fino a stamane era il vice del già dimissionario Rosario Schiavone, diviene adesso il nuovo massimo esponente del club metaurino, nonché amministratore delegato dello stesso sodalizio. Se la Gioiese continuerà a rappresentare Gioia Tauro nel panorama dilettantistico calabrese è principalmente grazie ad Alessandro Avella, il quale ha compiuto un sacrificio economico non indifferente, pur di iscrivere la squadra ed alimentare un sogno iniziato due anni addietro, con la ripartenza dagli inferi della Prima Categoria. Le difficoltà, subentrate fino a poche ore dalla scadenza dei termini fissata dal C.R. Calabria, sono state tante e parecchio gravose. Soprattutto legate a due vertenze che due ex tecnici hanno destinato verso la compagine pianigiana. Il dinamico manager gioiese, però, ha fatto prevalere le ragioni del cuore e la caparbietà di chi crede fermamente in un progetto, anzi in un “sogno” come speso ama definirlo. Quella di oggi, pertanto, potrebbe non essere solo una banale formalità burocratica, ma una grande prova d’amore verso la propria terra, ed una nuova alba per lo sport più amato in Città. Nessuna sicurezza, per carità, saranno i fatti a dare torto o ragione e si giudicherà solo dopo averli vagliati, ma il programma imbastito di carattere triennale è assai appetitoso, ramificato e suddiviso in due grosse aree, quella dirigenziale e quella tecnica. E se del primo aspetto sarà Avella il deus ex machina, per il secondo la figura di riferimento sarà quella di Domenico Mammoliti. Tecnico con compiti manageriali, stile british, il quale ha avuto un ruolo determinante nella vicenda. Senza la sua spinta, la sua voglia di far continuare a far brillare il colore viola, senza la sua maniacale cura dei dettagli forse oggi parleremmo d’altro. In mezzo il trait d’union venuto dalla campania ma oramai calabrese d’adozione, altro uomo chiave della vicenda, Enzo Colazza, figura emblematica, di una triade che ha ambizioni, ma che sa cosa vuol dire rimanere coi piedi per terra. Nessun volo pindarico, allora, si punterà a confermare l’organico della passata stagione e rinforzarlo con giovani vogliosi di mettersi in mostra, possibilmente gioiesi. Niente spese folli o rimborsi fuori luogo, la Gioiese nuovo corso è anche questo, un esempio da seguire in un calcio dilettantistico che deve tornare alle origini.

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