Rosario Schiavone: «Basta speculare sulla Gioiese»

La società viola dirama un duro comunicato stampa, mediante il quale si cerca di mettere la parola fine alla querelle con la Cittanovese

Dalla L.C.N. Gioiese riceviamo e pubblichiamo:

«Ritornando sugli episodi di martedì, e sperando di poter finalmente mettere la parola fine a questa vicenda, ribadiamo la nostra posizione ferma e decisa nel condannare senza alcuna attenuante i nostri tesserati autori dei fatti in questione, la società ha prontamente provveduto ad allontanarli definitivamente ed irrevocabilmente dalla rosa. Dopo tanti anni, nonostante le poche risorse e la poca esperienza, abbiamo voluto puntare a riorganizzare un settore giovanile per dare una chance in più ai giovani di Gioia Tauro, ma nonostante i nostri sforzi, la passione, i sacrifici e tutta la buona volontà, è chiaro che non siamo riusciti a trasmettere la nostra filosofia che vede nello sport una palestra di vita e prima ancora un luogo dove coltivare sani valori e principi morali. Tuttavia non consentiremo a nessuno di speculare sopra un episodio, che non ci stancheremo mai di ripeterlo, condanniamo fermamente senza distinzione alcuna, ma che purtroppo non è di esclusiva pertinenza della nostra squadra, ma che disgraziatamente riguarda tutti e merita per questo un approfondimento più attento e meno strumentale. La Gioiese non ci sta a portare sulle proprie spalle la croce di quello che è un problema che riguarda più in generale il calcio non solo giovanile ma anche dilettantistico regionale. Il dato da analizzare, a nostro modesto avviso, e che questi episodi si registrano maggiormente nel calcio e nella nostra regione, questo perché probabilmente la nostra terra paga ancora un gap socio-culturale nei confronti del resto del Paese. Ma se questo accade, la responsabilità non può ricadere solo e soltanto su chi di volta in volta può macchiarsi di questi errori, ma più in generale riguarda un sistema calcio che ancora non è riuscito a fare quel passo in avanti che probabilmente in altre regioni ha già fatto. Dispiace in questo senso leggere l’esagerazione in alcune dichiarazioni della Cittanovese che arrivano ad accusare anche i nostri dirigenti di aver partecipato alla aggressione avvenuta in campo, quando invece sono stati i primi a prodigarsi per sedare la rissa e placare gli animi, cercando in tutti i modi di proteggere i giocatori avversari. Abbiamo deciso, a prescindere da quelle che saranno le determinazioni del giudice sportivo, di  aggravare la posizione dei nostri tesserati coinvolti, costringendoli, se mai vorranno reindossare ancora la nostra maglia, a sottoporsi obbligatoriamente ad un ‘programma di recupero’ della durata pari alle giornate che verranno inflitte, un servizio di volontariato a sostegno dei disabili ed degli anziani in modo da fargli capire il vero senso dello sport, e prima ancora della vita. Saremmo ancora più soddisfatti se insieme al nostro doveroso e sincero mea culpa, ci fosse sul tema una riflessione più allargata. Bisognerebbe insegnare ai propri giocatori che la provocazione, che certamente non vogliamo parificare alla reazione, appartiene ad un modo vecchio di fare calcio e che oggi forse si vede solo sui nostri campi di gioco. Ci auguriamo che la Cittanovese accetti senza riserve le nostre scuse, e con essa tutta la lega calcio, ma che insieme a queste prenda provvedimenti contro il proprio giocatore, numero sette, che in maniera evidente si è reso protagonista di continue e gravi provocazioni nei confronti della nostra squadra. Questo senza voler sminuire la gravità dei fatti accaduti ne cercare di alleggerire le gravi responsabilità che ci assumiamo in pieno, ma per ribadire che nello sport e nel senso civico abbiamo tutti ancora da imparare».

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