La Gioiese vince ma ancora non convince

Capitan Barilà regala la qualificazione, ma c'è molto da lavorare in vista del derby col Real di domenica prossima

GIOIESE: Moscato, Mercurio, De Leo, Carbone, De Masi, Barilà, Centenari II°, Toscano, Viola 6 (34’ st Centenari I°), Alessi (45’ st Infusino), Annaccarato (28’ st Stillitano). In panchina: Riso, Monaco, Napoli, Ascone. Allenatore: Leonardis
SAN FERDINANDO: Scarfò, Condello, Cisterna, Campennì, Papalia, Campisi, Sacco, Piccolo, Crucitta, Rizzo, Taccone (14’st Stillitano). In panchina: Barbalace, Punturiero, Desiderato, Surace, Settimo, Delfino. Allenatore: Cutellè
ARBITRO: Longo di Locri
MARCATORE: 36’ st Barilà
NOTE: Giornata di sole, terreno di gioco in condizioni pietose, spettatori 300 circa. Ammoniti: Cisterna, Campisi, Scarfò (SF), Mercurio e Stillitano (G).

La Gioiese, all’esordio in una gara ufficiale di fronte il pubblico amico, centra la vittoria e la conseguente qualificazione al secondo turno di Coppa Calabria che vedrà il team della piana affrontare la Rombiolese. Non ha, però, esaltato il discreto pubblico presente sui seggiolini nuovi di zecca del “P. Stanganelli”, la compagine di mister Leonardis che riesce a sbloccare il risultato anche in modo abbastanza fortuito, a 10′ dal termine, quando Carbone, sugli sviluppi di un corner, calcia forte rasoterra e trova sulla traiettoria il ginocchio di capitan Barilà, la cui deviazione batte imparabilmente il portiere del San Ferdinando, Scarfò. Una squadra, quella ospite, tignosa, ben messa in campo, che ha fatto sudare le proverbiali sette camice alla squadra di Gioia Tauro. Un sodalizio, quello di casa, apparso forte e quadrato in fase difensiva, con la coppia De Masi – Barilà già affiatata ed il cursore Mercurio molto propositivo, mentre in mezzo al campo ha palesato alcune lacune in fase di costruzione del gioco, bene Carbone in fase di rottura e pericoloso anche con alcuni tiri dalla distanza, meno bene Toscano, l’uomo che ha il delicato compito di far girare il motore, dettando i tempi del gioco, ma che ancora stenta ad entrare nei meccanismi ed appare abbastanza provato dalla dura preparazione atletica. Anche in avanti, sono piaciuti poco i tre interpreti del match, durante il quale si è sentita parecchio la mancanza del classico centravanti, capace di calamitare i palloni, spalle alla porta e favorire gli inserimenti di attaccanti veloci come Viola. Sasà Alessi, pur giocando d’esperienza, non ha nelle corde e nel fisico queste capacità, mentre Annaccarato deve trovare ancora la giusta collocazione che gli permetta si sfruttare al meglio la forza fisica di cui dispone. Solo note negative? Assolutamente no. Le attenuanti del terreno di gioco infame e di una preparazione pesante da smaltire, ci stanno tutte e, come dicevamo in apertura, la difesa è una nota positivissima, compreso il portiere Moscato che risulta una vera e propria sicurezza. La squadra non ha mai preso gol nelle quattro gare disputate sinora e questo vorrà pur dire qualcosa. Se poi a questo telaio già solido ci aggiungiamo gli ultimi arrivati Stillitano (che appena entrato ha fatto subito vedere di che pasta è fatto) e Rotolo, si può partire da una base importante. Al centrocampo, invece, serve poco per fare il salto di qualità, così come all’attacco che presto recupererà Bracco e Fioriti. Quello che serve davvero in questo momento è un pizzico di cattiveria in più, che in questa categoria è un ingrediente fondamentale. I calciatori, soprattutto quelli più esperti, senza esagerare devono spronare i compagni più giovani a dare il massimo e se è il caso rivendicare i propri diritti e le proprie ragioni anche con i direttori di gara. È inconcepibile, di fatto, che un arbitro conceda quasi 12 minuti di recupero (quasi un record), che rischiano d’innervosire una gara tranquilla come quella di oggi. Domenica prossima, intanto, sarà già campionato, sarà ancora derby, stavolta stracittadino, contro un Real che si presenta ai nastri di partenza come una delle compagini favorite del campionato.

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