#DajeSudTrek Perù Inside: il diario dei trekkers dell’11 marzo 2015

Prosegue la spedizione Perù Inside che vede protagonisti Lino Cangemi, Vincenzo Fondacaro, Bruno Pellegrino e Alessandro Tripodi, i quattro membri della SudTrek che stanno vivendo una straordinaria avventura tra gli splendidi paesaggi naturali del Sudamerica. Tecnologia permettendo, i quattro temerari continueranno ad aggiornarci puntualmente con foto e news alla fine di ogni giornata. Ecco gli ultimi aggiornamenti.

Giorno n. 4 – Diario dei trekkers di mercoledì 11 marzo 2015

L’ARRIVO AL CAMPO BASE – Dopo aver bevuto un buonissimo caffè l’allegria prende il sopravvento su di noi: Enzo e Bruno che discutono scherzosamente su chi è più bravo a fare il caffè. Zanini da 24 Kg in spalla e dopo un ora e mezza di cammino si arriva al campo base. All’arrivo la felicità è palese sui nostri volti e senza preoccuparci delle ustioni ci siamo abbracciati. Un po’ di relax e poi a letto. Domani il ritorno a Capanaconde che sarà la tappa più difficile del cammino nel Colca.

IL RISVEGLIO – Il terremoto e le forti piogge ci hanno fatto compagnia tutta la notte, con le frane che sentivamo intorno a noi. Al sorgere del sole Bruno ci sveglia con un italianissimo caffè: l’aroma che si espande per tutta la capanna e ci strappa sorrisi che ci fanno dimenticare i dolori. Durante la colazione a base di riso e the con foglie di coca, percepiamo il caldo e capiamo le difficoltà che andremo ad affrontare.

L’AUGURIO – Durante gli ultimi preparativi un uomo in età avanzata si avvicina a noi e sollevando uno zaino esclama “muerte!” (morte) e sorridendo ci chiede che percorso stiamo facendo, alla nostra risposta ci da una pacca sulla spalla e ci saluta dicendoci: “Questo itinerario è per uomini incoscienti e per esploratori. Buena suerte!”. Per noi è stato un buon augurio che ci ha dato una marcia in più per affrontare il sentiero.

IL CAMMINO – Un caldo massacrante ci ha ustionato. La salita di 1.100 m ha messo a dura prova la nostra forza mentale e fisica, ma arrivati al villaggio di Belen la nostra mente si è liberata regalandoci altre energie. Dopo 4 ore di cammino sotto il sole qualcuno di noi ha iniziato ad avere allucinazioni, poi finalmente arriviamo ad un altro villaggio (Malata) dove era palese che la nostra presenza non era gradita. Abbiamo raccolto le ultime forze per accelerare il passo ed allontanarci. Dall’alto ammiravamo la fine del nostro quotidiano cammino. Il tracollo psicologico è arrivato nel focalizzare che per arrivarci dovevamo scendere per un dislivello di 1.250 m. Tutti fermi e moka sul fuoco.

Messaggio ricevuto alle ore 01.39 (ora italiana) del 12 marzo 2015

Continuiamo a sostenere tutti insieme Lino, Enzo, Bruno e Alessandro pubblicando sui social un messaggio con l’hashtag #DajeSudTrek.

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