UGO LATELLA: «LA RINUNCIA ALLA C DILETTANTI, ANCHE SE DOLOROSISSIMA, ERA INEVITABILE…..»

Ugo Latella

Ugo Latella, che idea ti sei fatto di questa collaborazione Viola – Gioiese ?

«Fino ad ora ho seguito la situazione dall’esterno, tramite il tuo ottimo lavoro ed anche quello di Giovanni Mafrici, nonchè qualche altro articolo dei bravi Valerio Chinè e Peppe Dattola sulla carta stampata. Penso che se si mantengono le premesse allora la collaborazione fra le due realtà potrebbe essere interessante, ma il fatto è che ancora si è parlato solamente di quanto avverrà a Reggio mentre poco o nulla è trapelato dell’organizzazione e del progetto Gioia. Prima di esprimere un giudizio voglio aspettare il nuovo assetto che si darà la Cestistica anche perché, da come ho letto, alcuni dirigenti sono entrati nella Viola e quindi Gioia ha bisogno di nuovi innesti. Certamente questa “retrocessione per scelta” è stata una cosa che ha lasciato l’amaro in bocca a tanti e quindi ci vuole un po’ di tempo prima che venga metabolizzata, sperando sempre che le cose vadano come si dice. Certo l’acquisizione da parte di Gianci Muscolino della Viola, compreso il settore giovanile, non è un investimento di poco conto. Le risorse e potenzialità che ha Reggio sono notevoli, e bisogna che i dirigenti riescano a far si che anche Gioia Tauro possa avere benefici da tutto questo. Qui in questi anni si è creato qualcosa di importante».

Sei d’accordo sulla rinuncia al campionato di C dilettanti da parte della Cestistica Gioiese ?

«Se ti rispondo da tifoso dico no. Ma se si analizza bene la situazione credo che la rinuncia, alla luce dell’accordo sopraggiunto con la Viola, sia stata una cosa dovuta. Sinceramente era impensabile che una società potesse sostenere un campionato di B dil. ed un campionato di C dil. contemporaneamente, dal punto di vista dei costi ma soprattutto, anzi credo che sia la parte più difficile ed importante, dal punto di vista organizzativo. Per il tifoso è dura: io ho ancora negli occhi e nelle orecchie l’entusiasmo di gara 5 di Pianopoli, quando vincemmo il campionato di C regionale e anche il grande sostegno  dei numerosi gioiesi presenti a Battipaglia, con la successiva amarezza dovuta alla sconfitta. Loro, dopo la gara, già pensavano al nuovo campionato, alla voglia di rivalsa che purtroppo non ci sarà. Il mio pensiero va a loro che ci sono stati sempre vicini e che stavano creando un grande entusiasmo attorno alla squadra ma, analizzando i fatti, credo che la rinuncia, anche se dolorosissima, era a questo punto inevitabile. So che qualche dirigente avrebbe voluto fare la C dil. ma oggettivamente era molto ma molto difficile poterla sostenere adeguatamente».

La società ha chiaramente detto che c’è un problema logistico relativo al PalaMangione che impedisce di fare basket a certi livelli. Sei d’accordo con quanto dichiarato dalla società o pensi che era ed è un problema superabile ?

«Il problema impianto di gioco c’è ormai da tanto tempo. Anzi la società ha speso negli anni tanti soldi per poter sanare alcuni dei tanti problemi. Per ultimo l’anno scorso hanno acquistato il parquet, che ancora aspetta di essere montato, ed hanno rifatto gli spogliatoi. Sinceramente in questo ultimo campionato abbiamo avuto parecchie difficoltà. Tanti allenamenti saltati a causa della condensa e delle infiltrazioni di acqua piovana, tanti infortuni sia di natura muscolare che articolare a causa del parquet durissimo, tanto che uno o due volte a settimana eravamo costretti a chiedere ospitalità agli amici di Polistena (e di questo gliene siamo grati immensamente). Girando per le trasferte di mezzo sud abbiamo giocato in impianti che davvero, rispetto al nostro, stanno su un altro pianeta tipo Capo d’Orlando, lo splendido palazzetto di Canicattì, Acireale e tanti altri. Certamente una società che vuole puntare in alto ha bisogno di una struttura adeguata che, allo stato attuale, non esiste. Speriamo che l’Amministrazione Comunale riesca a sanare questo annoso problema».

Notizia fresca dell’ultim’ora è l’interrogazione scritta da parte di alcuni consiglieri dell’opposizione al sindaco della Città, Bellofiore, che contestano l’operato da parte dell’Assessore Condello che ha indirizzato Muscolino ad acquisire la Viola. Una tua analisi ?

«Ti dico solo questo: negli anni ci sono stati tanti e tanti problemi, ma nessuno si è mai interessato alla pallacanestro. Ricordo anche un intero campionato di c1 giocato al Botteghelle di Reggio, in quanto a Gioia il campo non era agibile e nessuno ha mai mosso un dito, neanche un  misero articolo di tre righe sui giornali. Eppure anche allora era un campionato a carattere interregionale, anche allora si portava in giro il nome di Gioia Tauro però zero interesse da parte di tutti. Io credo che Gaetano (a cui mi lega un affetto particolare) come uomo di pallacanestro non merita questo attacco, né tantomeno come figura istituzionale. Questa è solamente una speculazione politica che non ha alcun senso».

Può effettivamente avere un grande exploit il settore giovanile con l’unione dei giovani di Gioia e di Reggio, ma non solo ?

«La Viola, anche se quella attuale non è più la stessa di qualche anno fa, ha una grande tradizione. In passato ha sfornato tanti giocatori di talento ed anche forgiato tanti allenatori, alcuni arrivati lì e migliorati ed altri che sono cresciuti all’interno di quello che era uno dei migliori settori giovanili del sud. Certamente a livello giovanile Gioia Tauro ha molto da imparare e di conseguenza guadagnare (non mi riferisco ai soldi però). Ma, come ti ho detto prima, bisogna vedere la programmazione che uscirà fuori dalla Cestistica Gioiese. Bisogna fare un salto di qualità, sia tecnico che organizzativo, un passo lungo e deciso».

Con serenità d’animo ed a bocce ferme, perchè la Cestistica Gioiese non ha vinto i play off, considerando che sulla carta era la squadra più forte ?

«Hai detto bene, sulla carta. Ma i campionati non si vincono a tavolino. Certamente la nostra, dopo Capo d’Orlando, era di gran lunga la migliore come roster. Ma sono stati tanti e tali i problemi che si sono accavallati, sia tecnici che fisici, ma che non devono essere assolutamente di giustificazione. Alcuni giocatori che dovevano fare la differenza non hanno reso come dovevano e, tranne in qualche partita, non abbiamo mai dato l’impressione di essere i più forti anche perché, alla fine, non è che il nostro abbia dato la sensazione di essere un gruppo molto unito. I campionati non li vincono i singoli ma le squadre. Nelle difficoltà ognuno andava per i fatti suoi. La differenza si è vista nelle finali, quando Battipaglia ha vinto meritatamente giocando di squadra, mentre noi abbiamo pensato di risolvere le partite individualmente».

Per concludere, in due anni con quattro allenatori (Chiarella, Iracà, Napoli, Fantozzi) che si sono succeduti a Gioia Tauro, tu sei rimasto sempre al tuo posto. Come mai, almeno da quello che trapela, quest’anno non sarai tu il vice di Fantozzi a Reggio ?

«Ho lavorato con allenatori importanti e preparati, a cui devo molto. Dalla fine del campionato non ho avuto nessun contatto con la società, né tantomeno in quest’ultimo periodo, anche perché le attenzioni sono state tutte sul discorso societario e non su quello tecnico. Leggo i giornali e i siti web e le notizie mi arrivano da lì. Credo comunque di avere sempre fatto il mio lavoro in maniera adeguata ottenendo anche buoni risultati, come la vittoria della C regionale, e devo essere riconoscente alla società di avermi dato negli anni questa opportunità. Per quanto mi riguarda sicuramente mi piacerebbe continuare a lavorare qui, ma bisogna vedere se ci sono le condizioni e soprattutto se c’è l’intenzione da parte della società, che dovrà fare le sue doverose scelte. Adesso non sono in grado di dirti quello che farò per la prossima stagione. Se potrò continuare a lavorare a Gioia bene, altrimenti spero di avere qualche altra opportunità».

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