Barba: «Raccogliamo i soldi per versarli allo Stato»

«Dilettanti, quale futuro?» Le risposte del dirigente del Filogaso

Continua con Antonio Barba, dirigente del Filogaso, il viaggio all’interno del calcio dilettantistico calabrese, ideato da GioiaSport insieme ad Antonello Merenda (Universo Dilettanti) e ReggioNelPallone (www.reggionelpallone.it). Abbiamo sintetizzato le problematiche che ai nostri occhi appaiono di maggior rilievo, decidendo di sottoporle, attraverso 4 domande, sia ai vertici istituzionali che ai Presidenti delle società interessate.

1) Il patto anticrisi tra il Presidente Tavecchio e le banche, che consiste in un microcredito da 10.000 euro a tasso agevolato, garantisce le iscrizioni ai campionati e quindi protegge la federazione dall’emorragia di rinunce; secondo Lei non si sarebbero potute adottare altre iniziative, tipo quella di chiedere ‘soccorso’ al calcio professionistico?

Non è un problema di iscrizione, quanto di gestione economica annuale di una società. L’aiuto può essere valido per chi avrà poi delle entrate sicure nel corso della stagione, altrimenti è inutile o quasi.

2) Il Presidente Tavecchio si è spesso confrontato con Befera, capo dell’agenzia delle entrate, ai fini di ammorbidire una massiccia azione accertatrice che nell’intero stivale ha coinvolto centinaia di società; è pacifico che il futuro del dilettantismo si giochi proprio su questa partita, relativa alle fatturazioni per sponsorizzazioni sino all’importo di 200.000 euro. Quale è il suo pensiero in merito?

Lo Stato dovrebbe venire in soccorso delle società. Per la cartellonistica bisogna versare il 50% dell’Iva, addirittura il 90% per altre forme di sponsorizzazione. Cosi in pratica raccogliamo i soldi per versarli allo Stato, la nostra non è un’attività commerciale ma si tratta di puro dilettantismo. A mio modesto parere, sino a una certa somma non si dovrebbe pagare alcunchè allo Stato.

3) Capitolo allenatori. Esiste una regola che protegge il rapporto lavorativo tra società e tecnici, i quali attraverso una specifica vertenza, riescono a recuperare l’intera somma pattuita pur essendo stati esonerati. Allo stesso tempo, diversi calciatori impegnati nove mesi a servizio della stessa società di appartenenza, spesso vengono retribuiti soltanto tre mesi, mentre l’allenatore che lavora tre mesi incassa il corrispettivo di nove mesi. Ritiene che siamo in presenza di una disparità di trattamento? In tal caso, quali soluzioni suggerisce?

Io utilizzerei la finestra di Dicembre come termine ultimo per pagare un allenatore esonerato. Se un tecnico viene allontanato dopo la pausa natalizia, credo che non bisognerebbe continuare a pagarlo. Una società deve sentirsi libera, almeno sino a dicembre, di modificare l’organico o cambiare la guida tecnica.

4) Capitolo calciatori. Meritocrazia e minutaggio, dovrebbero rappresentare le componenti basilari nella valutazione del rapporto economico tra società e calciatori. Sarebbe opportuno rispolverare il concetto del premio partita ed eventuali bonus legati agli obiettivi personali e di squadra, convertendo così il rapporto derivante dall’ingaggio fisso?

Non sono favorevole all’introduzione di bonus e premi partita. Un giocatore deve impegnarsi al massimo per attaccamento alla maglia e per passione verso il gioco del calcio, non per rincorrere un ulteriore guadagno.

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