Monardo: «Gli sponsor sono l’unica fonte di guadagno»

«Dilettanti, quale futuro?» Le risposte del vicepresidente del Soriano

Continua con Domenico Monardo, vicepresidente del Soriano, il viaggio all’interno del calcio dilettantistico calabrese, ideato da GioiaSport insieme ad Antonello Merenda (Universo Dilettanti) e ReggioNelPallone (www.reggionelpallone.it). Abbiamo sintetizzato le problematiche che ai nostri occhi appaiono di maggior rilievo, decidendo di sottoporle, attraverso 4 domande, sia ai vertici istituzionali che ai Presidenti delle società interessate.

1) Il patto anticrisi tra il Presidente Tavecchio e le banche, che consiste in un microcredito da 10.000 euro a tasso agevolato, garantisce le iscrizioni ai campionati e quindi protegge la federazione dall’emorragia di rinunce; secondo Lei non si sarebbero potute adottare altre iniziative, tipo quella di chiedere ‘soccorso’ al calcio professionistico?

Con il tetto fissato a diecimila euro, l’iniziativa perde di validità. La cifra è troppo irrisoria, rischia di essere un ‘contentino’ che non permette alle società di avere un sostegno concreto per quanto riguarda le spese da affrontare in una stagione.

2) Il Presidente Tavecchio si è spesso confrontato con Befera, capo dell’agenzia delle entrate, ai fini di ammorbidire una massiccia azione accertatrice che nell’intero stivale ha coinvolto centinaia di società; è pacifico che il futuro del dilettantismo si giochi proprio su questa partita, relativa alle fatturazioni per sponsorizzazioni sino all’importo di 200.000 euro. Quale è il suo pensiero in merito?

Ricordo che sino a qualche stagione fa, le società non pagano l’Iva per importi modesti. Adesso invece anche per uno sponsor da mille euro bisogna pagare i contributi, cosi si danneggiano le società in un momento già complicato, che oserei definire drammatico. Gli sponsor sono rimasti l’unica fonte di guadagno, i comuni ormai non sono più in grado di aiutare le società.

3) Capitolo allenatori. Esiste una regola che protegge il rapporto lavorativo tra società e tecnici, i quali attraverso una specifica vertenza, riescono a recuperare l’intera somma pattuita pur essendo stati esonerati. Allo stesso tempo, diversi calciatori impegnati nove mesi a servizio della stessa società di appartenenza, spesso vengono retribuiti soltanto tre mesi, mentre l’allenatore che lavora tre mesi incassa il corrispettivo di nove mesi. Ritiene che siamo in presenza di una disparità di trattamento? In tal caso, quali soluzioni suggerisce?

Si, esiste una disparità di trattamemento. Mio malgrado, nelle ultime tre stagioni ho avuto a libro paga quattro allenatori, si tratta di una regola che stento a capire. Perchè bisogna continuare a pagare un dipendente dopo che è stato licenziato? Non credo ci siano altri esempi simili. Per quanto riguarda i calciatori, bisogna mantenere la parola data e versare quanto promesso a inizio stagione.

4) Capitolo calciatori. Meritocrazia e minutaggio, dovrebbero rappresentare le componenti basilari nella valutazione del rapporto economico tra società e calciatori. Sarebbe opportuno rispolverare il concetto del premio partita ed eventuali bonus legati agli obiettivi personali e di squadra, convertendo così il rapporto derivante dall’ingaggio fisso?

Si tratta di una buona idea, in questo modo tutto il gruppo di giocatori si sente responsabilizzato e motivato a dare tutto, non solo in partita ma anche durante gli allenamenti settimanali. Credo però che i calciatori preferiscano una somma minore, ma sicura, rispetto a bonus e premi, visti come un rischio in balia dei risultati sportivi.

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