Scicchitano: «Bisogna capire cosa si cela dietro un esonero»

«Dilettanti, quale futuro?» Le risposte del presidente del Sambiase

Continua con Nicola Scicchitano, presidente del Sambiase, il viaggio all’interno del calcio dilettantistico calabrese, ideato da GioiaSport insieme ad Antonello Merenda (Universo Dilettanti) e ReggioNelPallone (www.reggionelpallone.it). Abbiamo sintetizzato le problematiche che ai nostri occhi appaiono di maggior rilievo, decidendo di sottoporle, attraverso 4 domande, sia ai vertici istituzionali che ai Presidenti delle società interessate. Fino al mese di luglio, pubblicheremo gli interventi degli attori protagonisti, o se preferite di coloro i quali finanziano direttamente questa variegata ed appassionante realtà.

1) Il patto anticrisi tra il Presidente Tavecchio e le banche, che consiste in un microcredito da 10.000 euro a tasso agevolato, garantisce le iscrizioni ai campionati e quindi protegge la federazione dall’emorragia di rinunce; secondo Lei non si sarebbero potute adottare altre iniziative, tipo quella di chiedere ‘soccorso’ al calcio professionistico?

Bisogna fare attenzione, l’iniziativa è valida ma si tratta di un’arma a doppio taglio. Va bene l’aiuto che si prova a dare alle società, i presidenti però devono valutare con calma se è il caso di ricorrere al micro-credito, in quanto si tratta di una cifra che bisogna comunque restituire.

2) Il Presidente Tavecchio si è spesso confrontato con Befera, capo dell’agenzia delle entrate, ai fini di ammorbidire una massiccia azione accertatrice che nell’intero stivale ha coinvolto centinaia di società; è pacifico che il futuro del dilettantismo si giochi proprio su questa partita, relativa alle fatturazioni per sponsorizzazioni sino all’importo di 200.000 euro. Quale è il suo pensiero in merito?

Bisogna distinguere tra chi fa le cose per bene e chi invece oltrepassa il limite della legalità. Nel primo caso, credo sia corretto che si provi ad agevolare in qualche modo le fatturazioni, attraverso alcuni sgravi fiscali.

3) Capitolo allenatori. Esiste una regola che protegge il rapporto lavorativo tra società e tecnici, i quali attraverso una specifica vertenza, riescono a recuperare l’intera somma pattuita pur essendo stati esonerati. Allo stesso tempo, diversi calciatori impegnati nove mesi a servizio della stessa società di appartenenza, spesso vengono retribuiti soltanto tre mesi, mentre l’allenatore che lavora tre mesi incassa il corrispettivo di nove mesi. Ritiene che siamo in presenza di una disparità di trattamento? In tal caso, quali soluzioni suggerisce?

Bisogna capire cosa si cela dietro un esonero. Talvolta l’allenatore viene allontanato perché non è riuscito ad assolvere i propri compiti, in questi casi non trovo corretto che continui a percepire l’ingaggio. Quanto ai calciatori, le promesse mancate spesso fanno seguito ad altre promesse mancate: mi riferisco a sponsor e istituzioni, vengono a mancare alcune entrate in modo imprevisto e cosi non si trovano i fondi per pagare i calciatori.

4) Capitolo calciatori. Meritocrazia e minutaggio, dovrebbero rappresentare le componenti basilari nella valutazione del rapporto economico tra società e calciatori. Sarebbe opportuno rispolverare il concetto del premio partita ed eventuali bonus legati agli obiettivi personali e di squadra, convertendo così il rapporto derivante dall’ingaggio fisso?

Tutto dipende dalla forza economica della società. Se un club, senza far mancare quanto promesso a inizio stagione, riesce ad aggiungere premi partita e bonus sugli obiettivi stagionali, può farlo senza problemi.

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