Marcianò: «Fino alla Promozione si dovrebbe giocare solo per passione»

«Dilettanti, quale futuro?» Le risposte del numero uno del Locri

Continua con Giuseppe Marcianò, presidente del Locri, il viaggio all’interno del calcio dilettantistico calabrese, ideato da GioiaSport insieme ad Antonello Merenda (Universo Dilettanti) e ReggioNelPallone (www.reggionelpallone.it). Abbiamo sintetizzato le problematiche che ai nostri occhi appaiono di maggior rilievo, decidendo di sottoporle, attraverso 4 domande, sia ai vertici istituzionali che ai Presidenti delle società interessate. Fino al mese di luglio, pubblicheremo gli interventi degli attori protagonisti, o se preferite di coloro i quali finanziano direttamente questa variegata ed appassionante realtà.

1) Il patto anticrisi tra il Presidente Tavecchio e le banche, che consiste in un microcredito da 10.000 euro a tasso agevolato, garantisce le iscrizioni ai campionati e quindi protegge la federazione dall’emorragia di rinunce; secondo Lei non si sarebbero potute adottare altre iniziative, tipo quella di chiedere ‘soccorso’ al calcio professionistico?

Si tratta di un’iniziativa valida. Per le società sussistono difficoltà non solo all’atto dell’iscrizione, ma in tutto l’arco della stagione sportiva. Grazie all’ausilio del micro-credito si possono gestire meglio le risorse economiche.

2) Il Presidente Tavecchio si è spesso confrontato con Befera, capo dell’agenzia delle entrate, ai fini di ammorbidire una massiccia azione accertatrice che nell’intero stivale ha coinvolto centinaia di società; è pacifico che il futuro del dilettantismo si giochi proprio su questa partita, relativa alle fatturazioni per sponsorizzazioni sino all’importo di 200.000 euro. Quale è il suo pensiero in merito?

L’Italia vive un momento complicato, non solo nell’ambito sportivo. Trovo corretto che ci siano dei controlli, il rischio però è che chi dovrebbe investire si spaventi, e rinunci ad aiutare il mondo dilettantistico. Ognuno alla fine cerca di preservare i propri interessi, se sponsorizzare una società dilettantistica diventa un pericolo, allora sarà sempre più difficile trovare risorse.

3) Capitolo allenatori. Esiste una regola che protegge il rapporto lavorativo tra società e tecnici, i quali attraverso una specifica vertenza, riescono a recuperare l’intera somma pattuita pur essendo stati esonerati. Allo stesso tempo, diversi calciatori impegnati nove mesi a servizio della stessa società di appartenenza, spesso vengono retribuiti soltanto tre mesi, mentre l’allenatore che lavora tre mesi incassa il corrispettivo di nove mesi. Ritiene che siamo in presenza di una disparità di trattamento? In tal caso, quali soluzioni suggerisce?

Sicuramente c’è una disparità di trattamento. Come si potrebbe risolvere? Non so perché non essendoci contratti che legano i calciatori alle società, tutto è legato alla parola di quest’ultime, che dovrebbe essere mantenuta. Forse l’inserimento di mini-contratti potrebbe risolvere il problema.

4) Capitolo calciatori. Meritocrazia e minutaggio, dovrebbero rappresentare le componenti basilari nella valutazione del rapporto economico tra società e calciatori. Sarebbe opportuno rispolverare il concetto del premio partita ed eventuali bonus legati agli obiettivi personali e di squadra, convertendo così il rapporto derivante dall’ingaggio fisso?

Sino alla promozione, a mio parere, si dovrebbe giocare solo per passione senza alcun rimborso economico. La crisi sta abbassando costantemente i rimborsi spese dei calciatori, ci sono difficoltà enormi che spesso impediscono di far fronte a tutte le spese. L’inserimento di bonus legati a obiettivi di squadra e individuali potrebbe essere una soluzione che permetterebbe di far diminuire i costi.

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