Cagliuso: «Non ritengo valida l’inizativa del micro-credito»

«Dilettanti, quale futuro?» Le risposte del presidente del Caulonia

Continua con Francesco Cagliuso, presidente del Caulonia, il viaggio all’interno del calcio dilettantistico calabrese, ideato da GioiaSport insieme ad Antonello Merenda (Universo Dilettanti) e ReggioNelPallone (www.reggionelpallone.it). Abbiamo sintetizzato le problematiche che ai nostri occhi appaiono di maggior rilievo, decidendo di sottoporle, attraverso 4 domande, sia ai vertici istituzionali che ai Presidenti delle società interessate. Fino al mese di luglio, pubblicheremo gli interventi degli attori protagonisti, o se preferite di coloro i quali finanziano direttamente questa variegata ed appassionante realtà.

1) Il patto anticrisi tra il Presidente Tavecchio e le banche, che consiste in un microcredito da 10.000 euro a tasso agevolato, garantisce le iscrizioni ai campionati e quindi protegge la federazione dall’emorragia di rinunce; secondo Lei non si sarebbero potute adottare altre iniziative, tipo quella di chiedere ‘soccorso’ al calcio professionistico?

Non ritengo valida l’iniziativa del micro-credito, avrei adottato altre soluzioni, più utili per sostenere le società. Non ci può essere una cosi netta distinzione con le categorie professionistiche, cosi rischia di scomparire il dilettantismo. Ad esempio le società potrebbero godere della vecchia normativa, ci sarebbero tante agevolazioni fiscali che sino a qualche anno fa ci permettevano di respirare dal punto di vista economico.

2) Il Presidente Tavecchio si è spesso confrontato con Befera, capo dell’agenzia delle entrate, ai fini di ammorbidire una massiccia azione accertatrice che nell’intero stivale ha coinvolto centinaia di società; è pacifico che il futuro del dilettantismo si giochi proprio su questa partita, relativa alle fatturazioni per sponsorizzazioni sino all’importo di 200.000 euro. Quale è il suo pensiero in merito?

Il marcio c’è ovunque. Probabilmente alcuni hanno speculato, cosi però hanno pagato tutti gli errori di pochi.

3) Capitolo allenatori. Esiste una regola che protegge il rapporto lavorativo tra società e tecnici, i quali attraverso una specifica vertenza, riescono a recuperare l’intera somma pattuita pur essendo stati esonerati. Allo stesso tempo, diversi calciatori impegnati nove mesi a servizio della stessa società di appartenenza, spesso vengono retribuiti soltanto tre mesi, mentre l’allenatore che lavora tre mesi incassa il corrispettivo di nove mesi. Ritiene che siamo in presenza di una disparità di trattamento? In tal caso, quali soluzioni suggerisce?

C’è disparità di trattamento. Il problema è a monte, tanti allenatori non hanno il tesserino. Qualche normativa potrebbe considerare allenatori e giocatori sullo stesso piano, cosi avrebbero stessi diritti e doveri. Il nostro d.s., Ilario Roccisano, ha fatto una petizione che riguarda proprio questo problema.

4) Capitolo calciatori. Meritocrazia e minutaggio, dovrebbero rappresentare le componenti basilari nella valutazione del rapporto economico tra società e calciatori. Sarebbe opportuno rispolverare il concetto del premio partita ed eventuali bonus legati agli obiettivi personali e di squadra, convertendo così il rapporto derivante dall’ingaggio fisso?

Mi sembra una buona idea, condivido il ritorno del premio partita e l’utilizzazione di bonus individuali e di squadra. Cosi si aiuterebbero i più giovani, che in alcuni casi rischiano di non avere nemmeno il rimborso spese.

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