Cannistrà: «Gli allenatori se esonerati, possono scegliere un’altra squadra»

«Dilettanti, quale futuro?» Le risposte del presidente del Soverato Nausica

Continua con Mario Cannistrà, presidente del Soverato Nausica, il viaggio all’interno del calcio dilettantistico calabrese, ideato da GioiaSport insieme ad Antonello Merenda (Universo Dilettanti) e ReggioNelPallone (www.reggionelpallone.it). Abbiamo sintetizzato le problematiche che ai nostri occhi appaiono di maggior rilievo, decidendo di sottoporle, attraverso 4 domande, sia ai vertici istituzionali che ai Presidenti delle società interessate. Fino al mese di luglio, pubblicheremo gli interventi degli attori protagonisti, o se preferite di coloro i quali finanziano direttamente questa variegata ed appassionante realtà.

1) Il patto anticrisi tra il Presidente Tavecchio e le banche, che consiste in un microcredito da 10.000 euro a tasso agevolato, garantisce le iscrizioni ai campionati e quindi protegge la federazione dall’emorragia di rinunce; secondo Lei non si sarebbero potute adottare altre iniziative, tipo quella di chiedere ‘soccorso’ al calcio professionistico?

Il ricorso al micro-credito è una soluzione valida, dà una mano concreta a inizio stagione. Mi piacerebbe che ci fossero possibilità simili anche durante l’anno, magari premiando le società che utilizzano più giovani.

2) Il Presidente Tavecchio si è spesso confrontato con Befera, capo dell’agenzia delle entrate, ai fini di ammorbidire una massiccia azione accertatrice che nell’intero stivale ha coinvolto centinaia di società; è pacifico che il futuro del dilettantismo si giochi proprio su questa partita, relativa alle fatturazioni per sponsorizzazioni sino all’importo di 200.000 euro. Quale è il suo pensiero in merito?

Si è fatto un uso spropositato di questa legge, è vero altresì che l’Agenzia delle Entrate ha l’interesse nel reperire fondi. Fermo restando che bisogna essere onesti, e formalizzare correttamente le sponsorizzazioni,  vedo di buon occhio l intervento di Tavecchio.

3) Capitolo allenatori. Esiste una regola che protegge il rapporto lavorativo tra società e tecnici, i quali attraverso una specifica vertenza, riescono a recuperare l’intera somma pattuita pur essendo stati esonerati. Allo stesso tempo, diversi calciatori impegnati nove mesi a servizio della stessa società di appartenenza, spesso vengono retribuiti soltanto tre mesi, mentre l’allenatore che lavora tre mesi incassa il corrispettivo di nove mesi. Ritiene che siamo in presenza di una disparità di trattamento? In tal caso, quali soluzioni suggerisce?

Effettivamente esiste una disparità di trattamento, non si può tutelare solo una parte degli attori impegnati nel calcio dilettantistico. Gli allenatori devono avere gli stessi requisiti dei giocatori, se vengono esonerati dovrebbero avere la possibilità di accasarsi altrove. Riguardo ai calciatori, spesso non si mantengono le promesse per le richieste eccessive che le società non riescono ad accogliere.

4) Capitolo calciatori. Meritocrazia e minutaggio, dovrebbero rappresentare le componenti basilari nella valutazione del rapporto economico tra società e calciatori. Sarebbe opportuno rispolverare il concetto del premio partita ed eventuali bonus legati agli obiettivi personali e di squadra, convertendo così il rapporto derivante dall’ingaggio fisso?

Ricordando che il rimborso non può essere superiore ai 7500 euro, si può in parte pagare con bonus, individuali e di squadra. Le premialità concordate a inizio stagione fungono da stimolo per il gruppo e anche per i singoli giocatori.

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