Rombolà: «Disputare Eccellenza e serie D con 250.000 € è impensabile»

«Dilettanti, quale futuro?» Le risposte del 'patron' della Nuova Gioiese

Continua con Ferdinando Rombolà, Presidente della LC Nuova Gioiese, il viaggio all’interno del calcio dilettantistico calabrese, ideato da GioiaSport insieme ad Antonello Merenda (Universo Dilettanti) e ReggioNelPallone (www.reggionelpallone.it). Abbiamo sintetizzato le problematiche che ai nostri occhi appaiono di maggior rilievo, decidendo di sottoporle, attraverso 4 domande, sia ai vertici istituzionali che ai Presidenti delle società interessate. A partire da questa settimana, pubblicheremo gli interventi degli attori protagonisti, o se preferite di coloro i quali finanziano direttamente questa variegata ed appassionante realtà.

1) Il patto anticrisi tra il Presidente Tavecchio e le banche, che consiste in un microcredito da 10.000 euro a tasso agevolato, garantisce le iscrizioni ai campionati e quindi protegge la federazione dall’emorragia di rinunce; secondo Lei non si sarebbero potute adottare altre iniziative, tipo quella di chiedere ‘soccorso’ al calcio professionistico?

Per proteggere la federazione dall’emorragia di rinunce ritengo giusto chiedere soccorso al calcio professionistico discutendolo però nei minimi dettagli; per quanto riguarda il microcredito di 10.000 € a tasso agevolato, posso dire che a tutt’oggi la Lega calabra non ci ha messo al corrente con quale banca sia stata sottoscritto il patto anticrisi.

2) Il Presidente Tavecchio si è spesso confrontato con Befera, capo dell’agenzia delle entrate, ai fini di ammorbidire una massiccia azione accertatrice che nell’intero stivale ha coinvolto centinaia di società; è pacifico che il futuro del dilettantismo si giochi proprio su questa partita, relativa alle fatturazioni per sponsorizzazioni sino all’importo di 200.000 euro. Quale è il suo pensiero in merito?

E’ giusto che ci siano dei controlli da parte degli enti preposti però bisognerebbe dare la possibilità alle squadre di poter fatturare più di 250.000 € perché è impensabile poter affrontare campionati di Eccellenza per non parlare poi della serie D, con 250.000 €.

3) Capitolo allenatori. Esiste una regola che protegge il rapporto lavorativo tra società e tecnici, i quali attraverso una specifica vertenza, riescono a recuperare l’intera somma pattuita pur essendo stati esonerati. Allo stesso tempo, diversi calciatori impegnati nove mesi a servizio della stessa società di appartenenza, spesso vengono retribuiti soltanto tre mesi, mentre l’allenatore che lavora tre mesi incassa il corrispettivo di nove mesi. Ritiene che siamo in presenza di una disparità di trattamento? In tal caso, quali soluzioni suggerisce?

Secondo me si potrebbe instaurare un rapporto tra società e allenatore dividendo la somma pattuita per mesi, in caso di esonero, quest’ultimo è libero di poter andare ad allenare qualsiasi altra squadra, riconoscendogli i mesi prima dell’esonero.

4) Capitolo calciatori. Meritocrazia e minutaggio, dovrebbero rappresentare le componenti basilari nella valutazione del rapporto economico tra società e calciatori. Sarebbe opportuno rispolverare il concetto del premio partita ed eventuali bonus legati agli obiettivi personali e di squadra, convertendo così il rapporto derivante dall’ingaggio fisso?

A mio parere è giusto l’ingaggio fisso, tenendo presente la categoria di campionato che si va ad affrontare e riconoscendo ai vari giocatori premi in base agli obiettivi che la squadra vuole raggiungere.

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