Leo: «Un condono per le omissioni pregresse»

Il pensiero del 'patron' della ReggioMediterranea sull'attuale momento di crisi del calcio dilettantistico

Continua con Bruno Leo, Presidente della ReggioMediterranea insieme a Costanzo Cloro, il viaggio all’interno del calcio dilettantistico calabrese, ideato da GioiaSport insieme ad Antonello Merenda (Universo Dilettanti) e ReggioNelPallone (www.reggionelpallone.it). Abbiamo sintetizzato le problematiche che ai nostri occhi appaiono di maggior rilievo, decidendo di sottoporle, attraverso 4 domande, sia ai vertici istituzionali che ai Presidenti delle società interessate.A partire da questa settimana, pubblicheremo gli interventi degli attori protagonisti, o se preferite di coloro i quali finanziano direttamente questa variegata ed appassionante realtà.

1) Il patto anticrisi tra il Presidente Tavecchio e le banche, che consiste in un microcredito da 10.000 euro a tasso agevolato, garantisce le iscrizioni ai campionati e quindi protegge la federazione dall’emorragia di rinunce; secondo Lei non si sarebbero potute adottare altre iniziative, tipo quella di chiedere ‘soccorso’ al calcio professionistico?

Il microcredito da €. 10.000 può anche darsi che garantisca l’iscrizione di squadre momentaneamente in difficoltà economiche ma non risolve di certo il problema. La Federazione dovrebbe attivarsi affinchè lo Stato venga in soccorso delle ASD con iniziative legate magari a concorsi tipo “Gratta e Vinci”  o “Lotterie Nazionali” dove spesso una parte del ricavato, al netto dei premi, è stato destinato a Fondazioni di vario tipo o alla ricostruzione di monumenti o luoghi storici. Il tutto in una logica del riconoscimento da parte dello Stato dell’opera che le stesse ASD svolgono a sostegno della pratica sportiva su tutto il territorio nazionale.

2) Il Presidente Tavecchio si è spesso confrontato con Befera, capo dell’agenzia delle entrate, ai fini di ammorbidire una massiccia azione accertatrice che nell’intero stivale ha coinvolto centinaia di società; è pacifico che il futuro del dilettantismo si giochi proprio su questa partita, relativa alle fatturazioni per sponsorizzazioni sino all’importo di 200.000 euro. Quale è il suo pensiero in merito?

Purtroppo ci troviamo di fronte ad una normativa che è stata male interpretata da quasi la totalità delle società affiliate alla FIGC – LND che hanno visto in tale normativa la possibilità di “emettere fatture” senza dover rispettare alcun obbligo di natura fiscale omettendo di presentare le dichiarazioni dei redditi dovute e di versare le imposte derivanti; in parte ciò è anche successo perché le società non si sono avvalse di consulenze appropriate. L’Agenzia delle Entrate non può ammorbidire l’azione accertatrice in presenza di documenti contabili certi ma il Presidente Tavecchio, magari con l’appoggio delle forze politiche, potrebbe chiedere al governo la possibilità di dare alle ASD l’ opportunità di avere un “condono” ad hoc per  regolarizzare le omissioni pregresse evitando che le stesse siano aggravate di sanzioni, interessi e spesso di denunce di tipo penale. La Legge in vigore può essere migliorata innalzando il tetto massimo di operazioni commerciali forfettarie da €. 250.000 ad €. 300.000 magari prevedendo l’esonero della presentazione delle dichiarazioni dei redditi (come già previsto per la dichiarazione ai fini IVA) e del pagamento dell’ IRES entro tale soglia; al tempo stesso  si potrebbe chiedere ed ottenere di versare l’IVA incassata sia per le fatture di pubblicità che per quelle di sponsorizzazione nella misura di un terzo di quanto incassata (diminuendo il limite attuale fissato nel 50% per la pubblicità e nel 90% per la sponsorizzazione).  Tali correttivi porterebbero soldi veri nelle casse delle società e sarebbero anche un deterrente verso la tentazione di occultare i ricavi conseguiti.

3) Capitolo allenatori. Esiste una regola che protegge il rapporto lavorativo tra società e tecnici, i quali attraverso una specifica vertenza, riescono a recuperare l’intera somma pattuita pur essendo stati esonerati. Allo stesso tempo, diversi calciatori impegnati nove mesi a servizio della stessa società di appartenenza, spesso vengono retribuiti soltanto tre mesi, mentre l’allenatore che lavora tre mesi incassa il corrispettivo di nove mesi. Ritiene che siamo in presenza di una disparità di trattamento? In tal caso, quali soluzioni suggerisce?

Una soluzione potrebbe essere quella di dare anche agli allenatori “esonerati” di poter essere svincolati , in una apposita finestra temporale, e permettere loro di trovare nella stessa stagione sportiva una nuova squadra e allo stesso tempo sollevare le società dall’ obbligo di corrispondere i rimborsi spese a partire dalla data di svincolo.

4) Capitolo calciatori. Meritocrazia e minutaggio, dovrebbero rappresentare le componenti basilari nella valutazione del rapporto economico tra società e calciatori. Sarebbe opportuno rispolverare il concetto del premio partita ed eventuali bonus legati agli obiettivi personali e di squadra, convertendo così il rapporto derivante dall’ingaggio fisso?

Finchè NOI SOCIETA’ continueremo in sede di “mercato” a giocare a chi offre di più ai calciatori nulla cambierà anziché TUTTO peggiorerà  ed i mesi di rimborsi non pagati aumenteranno sempre di più. Tutti , dirigenti tecnici e calciatori, dovremmo ricordarci che siamo dei Dilettanti e che quindi quello che facciamo lo “facciamo per diletto e non per lucro”

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