Ma una luce all’orizzonte si intravede nell’estate del 2001 quando una cordata d’imprenditori gioiesi fra cui l’ex presidente della Gioiese ai tempi della C2, Giuseppe Oliveri, rileva la Società “G.S. Gioia Tauro” che milita in Prima Categoria con l’obbiettivo di far rinascere la Gioiese, rinverdire i fasti del passato e donare alla città di Gioia la giusta dimensione nel calcio che conta.
Torna l’entusiasmo in Città e la gente incomincia di nuovo ad andare al campo con presenze da record per una Prima Categoria ( vedi i quasi 1200 spettatori per il Derby con la Nuova Gioiese). Sarà questo l’anno buono? Purtroppo no! Nonostante la squadra allenata da Cannatà pratichi un buon gioco e conquista la Coppa Calabria a spese del Capizzaglie, non riesce a vincere le partite decisive per il campionato e così un’altra blasonata del calcio reggino, la Bovalinese, prevale sulla squadra pianigiana che si ritrova ancora impantanata in quella melma che si chiama Prima Categoria.

A questo punto i tifosi locali sono più scoraggiati di prima e pensano che mai più una squadra gioiese possa tornare ad alti livelli, ma ci pensa la dirigenza con in testa il Presidente Oliveri a ridare fiducia ai supporters di Gioia. Infatti, le tante voci che si susseguono in estate e che danno la dirigenza viola come probabile acquirente di un titolo sportivo, trovano conferma quando viene rilevato il Calcio Riunite s.r.l. di Cittanova, con l’intento di costruire una bella ed ambiziosa società che possa rappresentare l’intera Piana. I presupposti ci sono tutti e le componenti pure viene formata una vera corazzata con giocatori (Guzzetti, Mazzeo, Esposito, Corona ed altri) di categoria superiore, la guida tecnica è affidata ancora all’instancabile Gianfranco Cannatà, lo staff tecnico e medico è di tutto rilievo, i tifosi tornano di nuovo a sognare. Ma ancora una volta il Dio calcio mostra il suo lato crudo, a dimostrazione che solo con i soldi non si va da nessuna parte, l’inizio scoppiettante del Calcio Riunite non ha un buon proseguo e, nonostante il cambio alla guida tecnica, con una vecchia gloria del calcio calabrese come Riccardo Petrucci in panchina, si chiude il campionato al sesto posto a 11 punti dal vittorioso Rende.

L’anno 2003 termina male, la delusione tra i tifosi è grande, ma è ancor più grande in seno alla società che decide, mestamente, di gettare la spugna, lasciando una squadra alla deriva. I migliori calciatori si accasano altrove ed il calcio a Gioia rischia, un’altra volta, di sparire. Dall’ennesima estate tormentata, nasce una nuova dirigenza che vuole gettare le basi per un futuro sereno. I neo “salvatori della Patria”, s’insediano dopo la prima giornata della stagione 2003/2004, quando il Calcio Riunite incassa un sonoro 4 – 0 a Siderno con una rosa composta da giovani, la guida delle aquile viola passa a Beniamino Laganà, imprenditore nel campo ottico, già componente della cordata Oliveri. Il neo-presidente viola insieme al Direttore Sportivo Gianni Condemi, allestisce una squadra in tutta fretta, composta prevalentemente da giovani e da qualche esperto come Cristiano Babuin (ex Catanzaro e Reggina) ed Iginio Serrapede, esperto attaccante campano, la guida tecnica è affidata al giovane trainer Giuseppe Condemi, fratello del D. S., ex Lazzaro. Il programma è triennale e prevede una tranquilla salvezza, per, poi, puntare nelle due stagioni a seguire all’agognato salto di categoria. Un piccolo passo indietro, che, però, potrebbe rilanciare, definitivamente, il progetto viola.

Macchè! Ancora illusioni, prese in giro ed umiliazioni per la Gioia Tauro calcistica. Il Calcio Riunite disputa un campionato altalenante, al termine del quale retrocede, nella gara di ritorno dei play-out, giocata sul campo neutro (vista la misteriosa squalifica del Polivalente) di Villa S. Giovanni contro il Delianuova. E’ la fine di una pagina vergognosa del calcio gioiese, il Calcio riunite scompare dal panorama calcistico regionale e Gioia Tauro è, ancora una volta, costretta a ripartire dal limbo della Prima Categoria.