New entry in casa viola, Rocco Sciarrone: «Sarò un dirigente tuttofare»

«Mi piacerebbe avere rapporti diretti con la tifoseria per poter dare una mano di aiuto affinché torni gloriosa, forte, colorata, come un tempo»

Metamorfosi viola, potremmo chiamarlo così il periodo che sta attraversando la prima squadra di Gioia Tauro che sicuramente non vive uno dei momenti più floridi della propria storia, ma che sta cercando di darsi un assetto societario, costruendo basi solide per il futuro di un club che, nel 2018, potrebbe festeggiare i 100 anni di calcio cittadino. Un secolo di passione a tinte viola, tra mille vicissitudini, cambi societari e di denominazioni, trionfi incredibili e capitomboli dolorosi, un amore viscerale che ogni vero gioiese non può cancellare e che ogni dirigente che si assume l’onere e l’onore di portare in giro quel colore deve, per natura, avere. L’attaccamento alla maglia ed alla Città è una delle caratteristiche che sicuramente ha contraddistinto la new entry della dirigenza metaurina, Rocco Sciarrone, che proprio quest’oggi ha debuttato tra i ranghi dell’entourage pianigiano, prendendo parte attiva alla metamorfosi di cui sopra, con la compagine di mister Megna che ha vinto con l’Africo. A fine gara proprio Sciarrone si concede ai nostri microfoni: Rocco ricordiamo che sei tra i fondatori del gruppo Ultras Viola ’01, ex consigliere provinciale, adesso tornato alla “vecchia” passione, il calcio, come mai hai deciso di sposare il progetto Gioiese F.C.? «Quando il gioco si fà duro…i duri entrano in gioco”, è solo una battuta, tuttavia la vedo più o meno così. Oggi quanto mai la Gioiese, che spero a breve tornerà ad essere denominata “Amatori Calcio”, ha bisogno di sostegno, e per chi come me ha indossato questa gloriosa maglia, ma soprattutto è nato con la sciarpa viola al collo, non c’era altra scelta da fare che accettare l’invito del presidente Schiavone e degli altri componenti la dirigenza a dare il mio modesto contributo per raggiungere importanti traguardi»Da tifoso (ex ultras) quali sono le differenze tra il calcio in curva e quello da dirigente? «La differenza è fuor di dubbio notevole. Non mi ritroverò più come da ragazzo a dirigere una “curva”, ma dovrò impegnarmi a mettere in campo le mie capacità ed esperienza amministrativa nel mondo del calcio, sperando di riuscire a dare una mano d’aiuto alla società. Ciò che davvero conta è farlo con amore, ed io ci ho sempre messo amore in ogni cosa di cui mi sono interessato. D’altronde ultras non si diventa, ma si nasce. Io sono stato ultras anche in politica, non ho mai seguito gli “schemi” classici, canonici, ho sempre lottato nell’interesse della mia Città, dei più deboli, dei più bisognosi. Oggi lotterò con lo stesso spirito per la squadra che amo. Sono tifoso della Gioiese da quando nel lontano ’93, all’età di 8 anni, mi “infiltravo” tra i tifosi…la FEDE non muore MAI!».  Che ambiente hai trovato nella Gioiese? «Ho trovato un ambiente sereno, giovani dirigenti con idee positive e propositive. Potrebbero portare ad una vera svolta nel mondo del calcio dilettantistico. Il cammino sarà certo arduo, ma io non ho mai amato le cose facili. Da presidente della Commissione che si occupava anche dello sport, alla Provincia, ho rivoluzionato il regolamento inerente i contributi alle società sportive, eliminando di fatto le risorse per le grandi società e favorendo le dilettantistiche, con maggiore attenzione verso quelle che investivano sui giovani ed i diversamente abili. Ecco, uno dei miei sogni è che la Gioiese torni ad avere un settore giovanile ad alti livelli, che tra qualche anno possa consentire di avere una squadra di soli gioiesi o quasi…magari con la possibilità di ambire a categorie più blasonate, degne della città e della storia calcistica di Gioia Tauro». Qual è il ruolo che andrai a ricoprire o quale credi possa essere quello più adatto alle tue caratteristiche? «Sarò un dirigente tutto fare, da consigliere provinciale poche volte ho fatto fare una fotocopia alla mia segretaria, sono abituato a rimboccarmi le maniche e a rendermi disponibile dove serve. Certamente cercherò di coinvolgere qualche imprenditore in questo progetto, ma mi piacerebbe avere rapporti diretti con la tifoseria per poter dare una mano di aiuto affinché torni gloriosa, forte, colorata, come un tempo. Che possa tornare a ricoprire quel ruolo indiscusso di VERO dodicesimo uomo in campo». Dal punto di vista tecnico cosa pensi dell’organico a disposizione di mister Megna e dove può arrivare questa Gioiese? «Per la stagione in corso l’obiettivo è la salvezza, non credo vi siano problemi a raggiungerla. Mister Megna si è trovato una squadra allestita last-minute, non si può pretendere tutto e subito. Penso arriveranno le soddisfazioni, come quella odierna…diciamo che il mio debutto da dirigente ha portato bene. Tuttavia è fin troppo chiaro che qualche innesto darebbe maggiori garanzie, ma anche l’allenatore della Juventus dopo una campagna acquisti galattica lamenta lacune. Se ci saranno le condizioni non ci tireremo indietro, chiunque ha sposato il progetto ha a cuore le sorti della squadra, nessuno vorrebbe potesse retrocedere. Ma al di là dei potenziali arrivi questo non accadrà, ne sono certo! È chiaro che la tifoseria dovrebbe dare il proprio contributo e sostenere la squadra, non solo gli Ultras e gli imprenditori ogni tanto dovrebbero ricordarsi che Gioia Tauro dà loro molto e se dessero qualcosa in cambio non sarebbe male, soprattutto le grosse aziende dell’area portuale e interportuale».

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